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È importante segnalare tempestivamente i casi di frode informatica alle autorità competenti per avviare le indagini e perseguire i responsabili.

Qual è il giudice territorialmente competente per i reati informatici? Il problema nasce dalla difficoltà di individuare il giudice competente alla stregua del criterio indicato dall'articolo eight comma one c.p.p., che think occur regola generale il luogo nel quale il reato si è consumato. Nel caso dei cyber crimes può essere pressoché impossibile risalire a quel luogo. Con specifico riferimento al luogo di consumazione del delitto di accesso abusivo advert un sistema informatico o telematico di cui all'articolo 615 ter c.p, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione (con la sentenza del 26 marzo 2015, n. 17325) hanno chiarito che il luogo di consumazione è quello nel quale si trova il soggetto che effettua l'introduzione abusiva o vi si mantiene abusivamente, e frode informatica non già il luogo nel quale è collocato il server che elabora e controlla le credenziali di autenticazione fornite dall'agente.

Diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema

A Roma, la difesa contro la frode informatica può essere gestita da diversi enti e istituzioni, tra cui le forze dell'ordine, le autorità giudiziarie e le aziende specializzate nella sicurezza informatica.

Il reato di detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici e telematici (di cui all'articolo 615 quater c.p.) è punito con la reclusione sino a un anno e con la multa

Infine, l’articolo 615 quinquies del codice penale punisce chi si procura, deliver, riproduce, o semplicemente mette a disposizione di altri apparecchiature, dispositivi o programmi informatici che hanno l’obiettivo di danneggiare illecitamente un sistema informatico o telematico, le informazioni, i dati o i programmi in esso contenuti o advertisement esso pertinenti oppure di favorire l’interruzione, totale o parziale, o l’alterazione del suo funzionamento. In questa categoria rientrano malware, spy ware, trojan, e i già menzionati dialer.

Spesso nel linguaggio informatico si sente parlare di alcuni termini senza che se ne conosca il significato.

In sintesi, la consapevolezza dei reati presupposto rappresenta il primo passo verso la creazione di un ambiente aziendale conformante alle normative e orientato all'integrità, mitigando il rischio di responsabilità amministrativa e consolidando la reputazione etica dell'azienda nel contesto competitivo e normativo.

La comprensione dei reati presupposto è un elemento fondamentale nel contesto del D.Lgs. 231/2001. Questi reati, elencati in modo esaustivo dal decreto, costituiscono le potenziali violazioni di legge che potrebbero coinvolgere l'azienda.

In sostanza si tratta di quei reati commessi mediante l’uso della tecnologia e di mezzi informatici e telematici.

Tra i reati compiuti che ricadono in questa categoria, i più diffusi sono il phishing e la diffusione dei cosiddetti dialer. Il primo possiamo definirlo appear una forma di adescamento: il cyber-malintenzionato inganna psicologicamente l’utente e gli sottrae informazioni preziose, arrive le credenziali bancarie o i documenti d’identità, che possono essere usate per compiere una serie di azioni illegali, senza che l’interessato ne sia a conoscenza.

In Italia le indagini relative ai reati informatici vengono compiute da uno specifico dipartimento della Polizia di stato chiamato Polizia postale e delle comunicazioni.

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La frode informatica viene definita dall’articolo 640 ter del Codice Penale come l’alterazione, in qualsiasi modo, del funzionamento di un sistema informatico o telematico in grado di procurare a sé o advertisement altri “un ingiusto profitto con altrui danno”. La punizione prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa da 51 a 1.032 euro.

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